“In un primo tempo la neve disgelò all’interno, in silenzio e in segreto. Quando una buona metà di quella immane fatica venne compiuta, non fu più possibile tenerla nascosta. E il prodigio si rivelò. Dalla coltre bianca che si fendeva l’acqua corse fuori e cantò. I fondi, impraticabili antri del bosco trasalirono e fu tutto un risveglio.”
Boris Pasternak – Il dottor Zivago
In Trentino le precipitazioni dell’inverno 2013-2014 hanno accumulato quantità di neve davvero abbondanti; alla fine di giugno sui versanti esposti a Nord oltre i 2000 metri resistono ancora strati e chiazze di cristalli fradici, che ormai non riescono più a trattenere l’acqua di cui sono fatti. I giorni di disgelo sulle montagne del Lagorai sono spettacolari: le rocce magmatiche della catena sono compatte e impermeabili sicchè il liquido scorre in superficie creando ovunque rigagnoli e cascatelle, oppure si raccoglie in pozze temporane. In questa stagione i numerossissimi laghi della catena sono pieni d’acqua limpida e gelida, gli anfibi appena “scongelati” uscendo dal letargo invernale convergono verso gli specchi d’acqua, gli animali sono lenti per via del freddo, ma pronti ad accoppiarsi. Più in basso in valle i torrenti sono gonfi, le zone umide traboccano di vita vegetale. La breve ed intensa fioritura delle specie alpine è fatta di colori saturi oltre l’immaginabile.