"[...] in montagna diventava felice, di una felicità silenziosa e contagiosa, come una luce che si accenda. Suscitava in me una comunione nuova con la terra e il cielo, in cui confluivano il mio bisogno di libertà, la pienezza delle forze, e la fame di capire le cose che mi avevano spinto alla chimica. Uscivamo all’aurora, strofinandoci gli occhi, dalla portina del bivacco Martinotti, ed ecco tutto intorno, appena toccate dal sole, le montagne candide e brune, nuove come create nella notte appena svanita, e insieme innumerabilmente antiche. Erano un’isola, un altrove."
"Ferro" da Il Sistema periodico - Primo Levi
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Le ragioni e i motivi di questo spazio web sono tutte in Terre alte. La sezione che più ci piace è senza dubbio montagna a 360°.
Di seguito le ultime cose pubblicate su geo360.it: indubbiamente si può cominciare anche da qui.
La Valle del Saent
Parco nazionale dello Stelvio, la Valle di Rabbi si infila come un lungo solco fra le antichissime rocce metamorfiche che formano il massiccio dell’Ortles – Cevedale. Dalle creste aguzze e dai fianchi scoscesi l’acqua converge verso gli affluenti che alimentano il Rabbies un torrente ricco e vigoroso in ogni periodo dell’anno. Il Rabbies si riversa in basso spumeggiando fra gli enormi gradoni in roccia che spezzano e articolano la morfologia della valle, oppure invece si placa formando sinuosi meandri e piccole torbiere nelle ampie zone pianeggianti. Alla testata della valle su uno di questi enormi gradoni in roccia c’è il rifugio Silvio Dorigoni.
Il Dorigoni è la nostra meta: ci aspettano per la notte e domani abbiamo in programma di salire ancora un poco, così nel tardo pomeriggio io G.V. e P.V. caricati gli zaini di quello che serve per mangiare e dormire un paio di giorni, ci lasciamo alle spalle Pra de Saent con le famose cascate. La sorpresa all’arrivo nel rifugio è scoprire che, ignari della incredibile coincidenza, hanno prenotato la cena anche C.F. , B.I. ed i loro tre splendidi figli: la serata sarà piacevolissima!.
Qualche centinaio di metri di quota sopra il rifugio si possono facilmente raggiungere una serie di splendidi laghi dalle acque limpidissime, sparpagliati ai piedi della cima Sternai da cui prendono il nome.
I “laghetti” Sternai sono in realtà specchi d’acqua piuttosto grandi per la quota: il maggiore misura oltre 36000 metri quadrati di superficie ed i tre più grandi sono anche piuttosto profondi; in conformità alla loro origine glaciale il laghi sono adagiati in vaste conche di esarazione, delimitate a valle dalle linee addolcite di evidenti rocce montonate.
Sulle filladi quarzifere è facile individuare granati o inclusioni di quarzo su cui di aggrappano licheni alcuni dei quali sono incredibilmente colorati come questi della foto 6 appartenenti alla specie Rhizocarpon geograficum.
Nelle numerose zone umide della parte alta della valle splendide fioriture collettive di Eriophorum.
Il rientro a casa attraverso il celebre sentiero delle cascate di Saent che avevo già fotografato, la panoramica sferica che segue è una delle foto di qualche anno fa.
© Matteo Visintainer
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