"[...] in montagna diventava felice, di una felicità silenziosa e contagiosa, come una luce che si accenda. Suscitava in me una comunione nuova con la terra e il cielo, in cui confluivano il mio bisogno di libertà, la pienezza delle forze, e la fame di capire le cose che mi avevano spinto alla chimica. Uscivamo all’aurora, strofinandoci gli occhi, dalla portina del bivacco Martinotti, ed ecco tutto intorno, appena toccate dal sole, le montagne candide e brune, nuove come create nella notte appena svanita, e insieme innumerabilmente antiche. Erano un’isola, un altrove."
"Ferro" da Il Sistema periodico - Primo Levi
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Le ragioni e i motivi di questo spazio web sono tutte in Terre alte. La sezione che più ci piace è senza dubbio montagna a 360°.
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Rosengarten
Una lunga camminata nel gruppo del Catinaccio e soprattutto un bel po’ di tempo da trascorrere insieme: è il regalo che io e C.M. ci siamo fatti a Ferragosto. Siamo partiti senza fretta dopo mezzogiorno con meta il rifugio Micheletti all’imbocco della Val Duron. Abbiamo raggiunto in serata Campitello di Fassa sorpresi del fatto che nonostante fossimo già alla metà di agosto e ormai sul far della sera la temperatura era ancora piacevolissima. Mentre il sole spariva dietro i Denti di Terra Rossa, io e lei raggiungevamo con calma il rifugio dove avevamo prenotato per la notte.
Il giorno dopo inizia con una prima colazione “regale”: ci aspettano molte ore di cammino e parecchi metri di dislivello, abbiamo intenzione di superare il Pas di Dona e raggiungere Cima Scalieret attraversando il Passo di Antermoia, poi aggirare verso Nord/Ovest l’omonima elevazione che è la cima più alta del gruppo, quindi attraverso il Passo del Principe e il passo del Molignon vogliamo raggiungere il Rifugio Alpe di Tires alla testata della Val Duron. Percorrendo tutta la valle da monte fino al suo sbocco torneremo al punto di partenza e in Val di Fassa. Le previsioni meteo sono favorevoli, abbiamo tutta una giornata di piacevole cammino. La Val Duron è un classico esempio di Valle Dolomitica, un solco verde attraversato da un torrente che scorre fra due versanti coperti di prati. La prateria alpina cresce sulle morbide forme di antiche colate laviche e termina a ridosso di chiare e verticali pareti di Dolomia. Sulla sinistra orografica della Valle l’erosione qua e la ha isolato e reso lisce delle colonne di roccia vulcanica, che sembrano giganteschi e primordiali obelischi, sono conosciuti con il toponimo locale di “Frati” e censiti come uno dei geositi delle Valli Dolomitiche. Poco sopra il Rifugio Antermoia c’è il famoso lago omonimo, l’apporto d’acqua è maggiore in primavera durante la fase di massimo scioglimento delle nevi, ma alcune sorgenti sotteranee consentono al lago di non prosciugarsi completamente durante la stagione calda. Percorso il Vallone di Antermoia e raggiunto il passo omonimo si è già in vista del “Principe”. Il rifugio è un piccolo edificio (25 posti) interamente in legno, recentemente ristrutturato, caratteristico e accogliente; dalla terrazza si gode una vista meravigliosa sulla valle del Vaiolet. Noi però saliamo alla cima Scalieret un punto panoramico privilegiato nel cuore del gruppo, la foto di apertura di questa newsletter è il link alla fotografia sferica scattata dalla vetta. Praticamente non c’è vento, la giornata non è limpidissima ma in compenso piacevolmente tiepida, ci concediamo una lunga pausa. Un passaggio veloce al rifugio e poi imbocchiamo in discesa il Vallone del Ciamin proprio di fronte abbiamo la ripida salita al Passo del Molignon che vogliamo raggiungere e varcare. Dal versante altoatesino del gruppo scendiamo di nuovo in Val Duron, ultime luci sulle caratteristiche baite che punteggiano il fondovalle.
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