Festività dell’Ascensione 2019
Ferragosto. C.M. e io abbiamo a disposizione un paio di giorni per percorrere un trekking in alta quota. E’ un desiderio condiviso, queste le promesse: una ferrata, un rifugio, una cima dolomitica. Ecco la scelta: cima Vezzana la maggiore del gruppo delle Pale di San Martino. Vista da Ovest sembra una roccia verticale, invece l’esile cresta terminale della Vezzana (3192 m) dall’altro lato, da EST, è accessibile senza dover superare particolari difficoltà alpinistiche. Questo il programma:
Il primo giorno raggiunto il rif. Rosetta sul bordo del fantastico altipiano delle Pale di San Martino cammineremo lungo un sentiero attrezzato che percorre una cengia sospesa sopra la Valle delle Comelle, aggirando da Ovest le cime più note del Gruppo: il Cimon della Pala (3184 m), i Bureloni (3130 m) e le Cime di Focobon (3054 m) attraverseremo la Val Grande e il passo delle Farangole per raggiungere il rif. Volpi al Mulaz.
Il secondo giorno saremo in cima alla Vezzana (3192 m) la più alta del gruppo delle Pale, la saliremo da Nord percorrendo la via ferrata “Gabitta d’Ignoti”, è un itinerario inusuale non molto frequentato, incontreremo pochi escursionisti; inoltre questa via ci permetterà di visitare tutto il centro del gruppo: saliremo la cima da Nord attraverso la Val Struni e poi scenderemo dal lato Sud lungo la Val dei Cantoni.
La scelta del materiale fotografico da mettere nello zaino stavolta è un po’ speciale voglio portare con me il drone Mavic 2 pro per scattare una sferica in volo al di sopra della dalla cima. Oltre all’APR devo caricare una batteria di scorta, il controller e il visore necessari per la guida (anche loro con le relative batterie), poi l’attestato di Pilota rilasciato da ENAC e le altre scartoffie.
In questa lunga estate sono stato spesso sulle le cime e nelle vallate a scattare da terra e anche “volando”, si tratta di un incarico commissionato dal Museo Civico di Rovereto. Portarsi il drone, i suoi accessori e poi anche cavalletto, testa panoramica, reflex e obiettivi vuol dire caricarsi un peso piuttosto alto, stavolta c’è anche tutto il materiale per salire in sicurezza sulla via ferrata, il secondo giorno sono previste 8 ore di cammino e quasi 2000 m dislivello… bisogna stare attenti a non esagerare.
Questa notte c’è stato un bel temporale, e oggi il meteo è ottimo, la giornata decisamente fresca, il cielo sereno.
Lungo il tracciato incontriamo M.B. con il suo giovane figliolo di nove anni, hanno passato la notte al bivacco Brunner (2665m) e ora vanno nella nostra stessa direzione ci incontreremo di nuovo al rif. Mulaz; mi fa sorridere pensare che avevo la stessa giovane età quando percorsi la prima volta questo sentiero, anche io aiutato da mio padre.
Al passo delle Farangole proprio lungo il sentiero troviamo un esemplare in piena fioritura di una specie vegetale endemica delle Dolomiti dove è peraltro rara, è una pianta del genere Saxifraga che vive nelle fessure delle rocce in nicchie umide dove penetra le sue sottili radici dentro sabbie fini, al riparo dal sole. Nelle settimane scorse l’ho cercata per un giorno intero sull’altipiano delle pale senza trovarla, ma questa è un’altra storia.
Secondo giorno: qui sopra il bivacco Brunner e qui sotto C.M. in uscita dal sentiero attezzato, alle sue spalle il profondo solco della Val Strut sovrastata dalle cime delle Zirocole.
La cima della Vezzana è in realtà un’esile cresta affilata, condividiamo lo spazio con altri camminatori.
Rientro. Rif. Rosetta e poi si torna a Trento per il Passo Rolle: è già prevista la sosta per la cena a Predazzo ospiti di D.F. e sua moglie M.M., ci saranno anche C.S. e S.T. meglio di così! 🙂